Pandart: Quando l’handmade incontra la tecnologia

Devo ammetterlo, trascorse spensierate le mie ferie estive e abituato alla tenuta da criceto vacanziero, la voglia di tornare a “trotterellare” nella Tana in questi ultimi tempi si era un pò assopita, coccolata dalla mia naturale indole da roditore pigro.

Visto che da mesi gli promettevo un’intervista, a punzecchiarmi la coda per risalire sulla ruota ci ha pensato il mio grande amico Andrea Parisi, un esuberante artista romano cresciuto tra miti pop e cultura nerd, scoperto (non indovinereste mai…) grazie ad un gruppo Facebook dedicato ai videogiochi.

Oltre ad essere un creativo dai molti talenti (eccelle in pittura, scultura e persino nell’oreficeria), Andrea è anche un estimatore delle nuove tecnologie, tanto da essersi specializzato da diversi anni nella modellazione e Stempa 3D, una tecnica che usa per realizzare gran parte dei suoi piccoli capolavori.

(Ecco quindi finalmente il riassunto della nostra chiaccherata! :D)

Salve caro e benvenuto su La Tana del Criceto! Se ti va inizia pure parlandoci un pò di te. Chi sei e dove sei nato? Quali sono le tue passioni ed interessi?

Ciao Alessandro e grazie per il benvenuto e per questa splendida opportunità! Mi chiamo Andrea Parisi, aka Siland Arte Creativa (aka PANDART si capisce dopo). Sono nato a Roma nell’Ottobre del 1978 ma mi sono trasferito subito in periferia verso il mare a 5 anni.

Nella casa dove sono cresciuto ho avuto grandi possibilità date dagli spazi che solo la periferia può offrire. Avevo un garage, una sala hobby e un piccolo giardino dove ho dato sfogo a ogni mia idea creativa. Idee che fin da piccolo non sono mancate.

Ricordo che mia madre era disperata perché diceva che smontavo ogni cosa mi capitasse a tiro. Il capire come funzionano le cose è sempre stato una mia prerogativa, che porto avanti anche ora (continuando a smontare tutto, ahahah).

Che studi hai fatto e cosa fai nella vita?  L’handmade è un hobby o un lavoro?

Ho sempre avuto la passione per l’arte ed il disegno, quindi i miei studi sono andati in modo naturale verso il campo artistico. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città e poi ho iniziato l’Accademia di Belle Arti a Roma, ma non l’ho terminata.

Ho avuto la possibilità di iniziare l’apprendistato in una bottega orafa e, per poco più di un anno, ho imparato l’arte di lavorare i metalli preziosi. È stato solo un passaggio però in quanto, secondo me ad oggi, l’artigianato come lavoro ha dei grossissimi problemi, ma ne parleremo più avanti.

Per ora l’handmade è un hobby che mi permette di sostenermi e provare nuove cose in campo artistico, senza gravare sul budget familiare. Siccome sono un tipo curioso che ama sperimentare cose nuove in tutti i campi, il fatto di avere delle entrate per concedermi materiali è una gran cosa.

Come è nata la tua passione per l’arte/artigianato ed in particolare per la modellazione in 3D?

Da quanto ricordo è una passione innata. Anche mio padre l’aveva, probabilmente esiste nel DNA. Crescendo ed esplorando mi sono trovato a cambiare spesso approccio in base alle possibilità e alle capacità, facendo cose sempre diverse tra loro.

Da piccolo disegnavo molto, poi ho provato l’olio e la pittura ad acquerello. Per molti anni ho continuato su questa strada, anche se ho sostituito quasi subito l’olio con la pittura acrilica, più versatile e veloce. Facendo un balzo temporale visto che per un lungo periodo ho avuto un blocco e non ho fatto niente di niente, ho ricominciato con la pittura su tela e la modellazione.

La modellazione l’ho “inventata” da zero, utilizzando in principio la pasta di mais (una pasta modellabile che si può creare in casa) per poi spostarmi verso le più professionali argille polimeriche. Da qui al passaggio alla modellazione 3D il passo è stato inevitabile. Ed è una parte che sto ancora studiando.

Quali sono state le principali difficoltà che hai affrontato per imparare? Hai seguito dei corsi o sei completamente autodidatta?

La modellazione 3D non è molto differente da quella analogica con le argille, per fare una determinata cosa con l’argilla o in modo digitale, i passaggi sono simili. Ovviamente lavorare in digitale con i programmi di modellazione non è automatico ed ho seguito dei tutorial online (li seguo tutt’ora) altrimenti sarebbe impossibile.

Un’ulteriore “problema” è che i miei modelli io li voglio anche stampare, quindi non è possibile modellare ogni cosa di impulso ma bisogna prima immaginarla nel modo giusto per la stampante 3D.


 L’inimitabile Zerocalcare ed il mitico Armadillo 

In questo sono stato fortunato perché anni fa ho tentato l’approccio delle repliche dei miei modelli in gomma siliconica e resina e ho scoperto che i metodi di creazione sono simili. Ora sto imparando a creare modelli divisi in parti direttamente per la stampa.

Come hai scelto il tuo nome d’arte?

Sto cambiando nome alla pagina proprio in questi giorni. Mi chiamerò PANDART (Parisi Andrea Arte) e farò anche un logo che prima non avevo.

Fin’ora sono stato Siland Arte Creativa, purtroppo difficile da ricordare ed è necessario trovare qualcosa che sia più naturale da ricordare e facilmente associabile. Siland era l’unione di Silvia e Andrea. Silvia è mia moglie che mi ha sempre sostenuto nelle scelte e mi ha spronato a ricominciare ad utilizzare le mie abilità.

In che tipo di creazioni ti sei specializzato e quali preferisci realizzare?

Da quando ho iniziato questa seconda parte di “carriera” artistica, mi sono sempre più specializzato in statuine per cerimonie rappresentanti le persone che me le chiedono, in chiave semi caricaturale. Quindi diciamo cake topper personalizzati per matrimoni, compleanni, lauree e feste in generale.

Questo è il mio campo, ma le cose che amo di più realizzare sono le statuine a tema anni 80 e omaggi a tutti quei personaggi che mi piacciono e mi ispirano.

In genere da dove prendi l’ispirazione? Mi descriveresti il tuo processo creativo?

Qui dipende da che cosa devo creare. Se c’è una richiesta il procedimento è di farmi spiegare al meglio l’idea, poi preparare un bozzetto ed infine passo alla realizzazione. Ancora oggi, dopo tante statuine, rimango sempre stupito quando vedo l’opera finita, così somigliante all’idea che avevo all’inizio.

Se invece sto creando un omaggio o una cosa per me allora mi riempio di reference e seguo quelle. Ma anche qui mi rendo conto di avere sempre in mente il progetto finale, e spesso durante la giornata (visto che per ogni opera impiego più giorni) torno con la mente a determinati particolari e immagino come poterli realizzare…

Praticamente lavoro sempre anche quando non lavoro e questa parte è fondamentale perché riesco a scartare spesso molti approcci che sarebbero sbagliati e a trovare quelli giusti ancor prima di metterci le mani. Altre volte invece sbaglio e basta 😊

Come molti creativi credo anche tu lavori spesso su commissione. Di solito sei tu che proponi le idee o lasci comunque che i tuoi clienti diano il loro contributo?

Nel caso delle commissioni dipende molto dalla richiesta del committente. Mi piace molto far partecipare e trovare insieme una soluzione.

Il mio motto è se puoi immaginarlo, puoi realizzarlo, quindi mi faccio dire tutto il possibile dell’idea e poi insieme troviamo il modo di renderla realizzabile. Ho comunque un’etica e se reputo che la richiesta vada contro il mio modo di vedere le cose, non accetto.

Qual è la creazione che ti sei divertito di più a realizzare e quella che ha rappresentato una vera sfida?

In realtà ogni cosa che faccio è una sfida, so da dove parto ma non so quasi mai dove andrò a finire. Le cose che mi piacciono di più sono la mia Audrey II de La piccola bottega degli orrori, che è diventata anche parte della mia immagine profilo, la volevo da secoli, alla fine me la sono costruita. E poi gli omaggi ai cartoni anni 80, ogni volta che ne faccio uno nuovo mi ci affeziono.

 Il temibile pirata Guybrush Threepwood (Monkey Island)

Amo molto creare cose che da piccolo avrei voluto avere. Poco dopo aver preso la prima stampante 3D ho stampato Goldrake e un milione di statuine di film e personaggi di videogiochi punta e clicca. Ora me li modello da solo!

Hai mai partecipato ad eventi, concorsi o fiere/mercatini? Sono esperienze che ti son piaciute? Hai qualche aneddoto da raccontare?

Non ho ancora mai partecipato a fiere o concorsi, da una parte mi piacerebbe, dall’altra non ho molto tempo e quindi faccio fatica ad organizzarmi. Ma chi lo sa, forse in futuro.

Ti è mai capitato di organizzare dei workshop, di insegnare ad altri quello che hai imparato?
E’un’esperienza che ti piacerebbe provare?

Come per la domanda precedente, non ho mai organizzato corsi ma un pò mi piacerebbe, ho talmente tante idee che mi piacerebbe insegnare. Per ora ho mia figlia che è una grande apprendista.

Che rapporto hai con i social network? Quanto ti hanno aiutato a farti conoscere e a convividere la tua passione?

Uso i social network ma non mi definisco un networker. Ovviamente non solo sono stato aiutato dai social, ma pensare di far conoscere la mia arte 20 anni fa, sarebbe stato impensabile.

Durante il periodo della pandemia, tra lockdown e restrizioni varie, c’è stata una vertiginosa impennata dell’e-commerce. Anche tu hai ricevuto più richieste o commissioni? Da creativo/artigiano come hai vissuto il periodo della quarantena? 

Negli ultimi 2 anni, con il fatto che non sono stati celebrati matrimoni o feste, io ho avuto pochissime richieste ma questo in realtà è stato un bene.

All’inizio del lockdown mi sono dedicato completamente a creare giochi per mia figlia, pupazzi ed intrattenimenti vari, subito dopo ho iniziato il percorso della stampa 3D con la mia prima macchina. Ho avuto tempo per capire come funziona la stampa, ho imparato e portato avanti la cosa.

Ho iniziato a studiare la modellazione partendo da cose semplici, tutte le cose che mi servivano in casa come gancetti o pezzi di uso comune che si rompevano ed erano impossibili da reperire. Andando avanti ho fatto diventare la stampa 3D sempre più presente nelle mie opere fino ad arrivare alla mmodellazione organica su IPAD e la stampa a resina.

Adesso le richieste sono tornate come prima ma ora le mie creazioni sono ibride e possono essere più ricche di particolari, soprattutto se sono richieste in serie.

Cosa ne pensi del settore dell’artigianato in Italia? Dalla tua esperienza, pensi che le persone abbiano imparato a dare il giusto valore al lavoro dei creativi?

Per la prima parte della domanda posso rispondere che ormai l’artigianato, non esiste più. In questi ultimi anni tutto è diventato industriale e consumabile. Le cose non devono essere belle e durature, devono essere poco costose e sostituibili.

Questo porta direttamente alla seconda risposta, che è ovviamente “No”. L’artigianato e gli artigiani non sono considerati come dovrebbero, l’handmade non è riconosciuto come un valore aggiunto ma come una limitazione.



Un simpaticissimo scatto del nostro Andrea

Come esperienza diretta, una volta mi sono state commissionate delle tele e poi mi è stato detto che una stampa sarebbe costata tanto meno…ovvio. Spesso le persone non sanno quello che chiedono, vogliono una cosa BELLA, PERSONALIZZATA, SU MISURA ma vogliono pagarla molto meno che se la prendessero in un negozio fatta in replica.

Fortunatamente non sono tutti cosi, ma solo una fetta di mercato che a me non interessa. In genere accetto delle commissioni esclusivamente perché mi piacciono e se posso vado sempre incontro al cliente, a volte chiedendo un prezzo anche troppo basso per quello che faccio, ma come detto, preferisco più lavorare per me.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai qualche particolare sogno nel cassetto?

Il mio unico sogno e progetto è sempre lo stesso: avere il mio laboratorio, grande, pieno di strumenti dove poter fare qualsiasi cosa mi venga in mente.

Vivendo a Roma, una delle più grandi limitazioni è stata proprio questa, non avere spazio e dovermi trovare in più occasioni a dover lasciar perdere un’idea ancora prima di cominciare. È anche per questo che mi sono dedicato a cose più modellistiche e contenute, a parte il fatto che mi piacciono tantissimo.

Se si potesse tornare indietro nel tempo, sono sicuro che sarei l’eroe del me stesso adolescente, ma pensando alle cose possibili, spero almeno un giorno di poter trasportare un pò della mia passione ai miei figli.

Che consiglio daresti ad un giovane creativo?

Dico sempre che chiunque può fare qualsiasi cosa se lo vuole, è vero, ma la realtà è un pò diversa. Il mio consiglio per un ragazzo creativo è di trovare il proprio ramo nel campo artistico ma di avere sempre un rapporto sano ed obbiettivo con la realtà.

Quando si vede uno youtuber famoso diventare ricco facendo i video, bisogna ricordarsi che sì, c’è chi è riuscito a sfondare in quel modo ma che NO, non ce l’hanno fatta in molti e molto spesso quel piccolo frangente che si vede ha dietro una laboriosità enorme.

Le cose non sono mai regalate e quelli che hanno veramente una qualità, prima o dopo vengono riconosciuti. Per mio conto, ho sempre tenuto il mio hobby tale, mi fa stare bene e mi diverte, ma ho anche il mio lavoro e non mi sognerei di lasciarlo per fare solo arte.

Tutto quello che faccio è frutto della possibilità che mi sono creato, lavorando, e ora spesso mi ritrovo a rientrare delle spese grazie a questo hobby. Insomma bisogna essere pragmatici e realistici, in fondo le cose belle arrivano se una persona le sa riconoscere 😉

Vi ricordo che potete seguire Andrea diventando followers della sua pagina Facebook o del suo profilo Instagram.

 

 

 

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